Una poesia di Laura Battiferri

Di fredda speme

di Laura Battiferri, da Primo libro delle opere toscane, 1560

Di fredda speme e calda tema cinta
in dubbia pace e certa guerra io vivo:
Me stessa a morte toglio, e tolta privo
di vita, a un tempo vincitrice e vinta.

 

Or mi fermo, or m’arretro, or risospinta
cammino inanzi; or lento, or fuggitivo
il passo muovo; or quanto in carta scrivo
dispergo; or vera mi dimostro, or finta.

 

Piango e rido; or m’arrosso, or mi scoloro;
or vo cara a me stessa, or vile; or giaccio
in terra, or sovra ‘l ciel poggiando volo.

 

Talor quel ch’io vorrei disvoglio e scaccio,
me stessa affliggo e me stessa consolo:
in tale stato ogn’or vivendo moro.

Questo sonetto di Laura Battiferri divenne subito famoso nella cerchia dei lettori dell’epoca, apprezzato e stimato come la sua autrice, per la capacità di unire raffinatezza stilistica e intensità dell’emozione. In effetti, riesce a trasmettere il dissidio interiore attraverso un intreccio di concetti contrastanti fra loro: speranza e timore, verità e finzione, stasi e movimento; la lingua si tende, vibra, e dà voce alla lotta dell’anima con, e in, sé stessa. In quanto a forma, è un sonetto di tipo "petrarchesco", con eleganti endecasillabi e rime alternate e incrociate. Ma, nonostante l’italiano suoni antico alle nostre orecchie, malgrado molte delle parole qui usate si siano un po' usurate nello scorrere dei secoli, leggendo Di fredda speme di Laura Battiferri è ancora molto evidente e colpisce la modernità dello sguardo. Una grande donna rinascimentale.


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