Per mano col grande cieco
da I poemi della luce - mia traduzione
Lo porto per mano nelle foreste.
Dietro di noi lasciamo misteri.
Di tanto in tanto facciamo una sosta.
Dall’erba violacea e piena di fango
gli salgono lumache molli sulla barba.
Dico: Padre, gli auspici sono buoni.
Lui tace – perché teme le parole.
Lui tace – perché la sua parola si fa atto.
Sotto la volta austera delle querce
ha un’aureola di zanzare.
E di nuovo si parte.
Ma perché è trasalito?
Vecchio cieco, sta’ sereno, non c’è niente intorno.
Solo una stella
con una lacrima d’oro si separa dal cielo.
Tra le alte fronde andiamo più lontano, e sempre più lontano.
Le nostre orme
seguono belve nere
lambiscono la polvere
dove siamo passati e dove siamo stati.

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