Una poesia di Lucian Blaga

Per mano col grande cieco

da I poemi della luce - mia traduzione

Lo porto per mano nelle foreste.

Dietro di noi lasciamo misteri.

Di tanto in tanto facciamo una sosta.

Dall’erba violacea e piena di fango

gli salgono lumache molli sulla barba.

 

Dico: Padre, gli auspici sono buoni.

Lui tace – perché teme le parole.

Lui tace – perché la sua parola si fa atto.

 

Sotto la volta austera delle querce

ha un’aureola di zanzare.

E di nuovo si parte.

Ma perché è trasalito?

Vecchio cieco, sta’ sereno, non c’è niente intorno.

Solo una stella

con una lacrima d’oro si separa dal cielo.

 

Tra le alte fronde andiamo più lontano, e sempre più lontano.

Le nostre orme

seguono belve nere

lambiscono la polvere

dove siamo passati e dove siamo stati.


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