Una poesia di Dylan Thomas

Tutto tutti e il tutto

da 18 Poems, Parton Bookshop, 1934 - traduzione di Fabio Delizzos

I.

Tutto tutti e il tutto leva degli inariditi mondi,

piattaforma del ghiaccio, il solido oceano,

tutto dal petrolio e il martellare della lava.

Città di primavera, fiore governato,

gira nella terra che fa girare le incenerite

città su una ruota di fuoco.

 

Come ora la mia carne, nuda compagna,

scavata dal mare, ghiandoloso domani,

verme nello scalpo, terreno a riposo e impalato.

Tutto tutti e il tutto, l’amante del cadavere,

magra come il peccato, midollo schiumoso,

tutto ciò che è carne, leva degli inariditi mondi.

 

II.

Non temere il mondo che lavora, mio mortale,

non temere il sangue impoverito, sintetico,

né il cuore innervato nel metallo.

Non temere la trebbiatura, la molitura seminata,

il grilletto e la falce, la lama nuziale,

né la pietra focaia nei colpi dell’amante.

 

Uomo della mia polpa, mascella spezzata,

conosci ora la serratura e il vizio della carne,

e la gabbia per il corvo dagli occhi a falce.

conosci, o mio osso, leva snodata,

non temere le viti che fanno girare la voce

e il volto verso l’amante spinto.

 

III.

Tutto tutti e il tutto accoppia gli inariditi mondi,

fantasma con il di lei fantasma, uomo contagioso

con l’utero del proprio popolo informe.

Tutto ciò che si forma dall’amnio e dalla suzione,

colpo di carne meccanica sulla mia,

squadra in questi mondi il cerchio mortale.

Fiore, fiorisci la fusione del popolo,

o luce allo zenit, bocciolo accoppiato,

e fiamma nella visione della carne.

Fuori dal mare, il getto di petrolio,

portalampada e tomba, sangue di ottone,

fiorisci, fiore, tutto tutti e il tutto.

Una poesia di Dylan Thomas (1914–1953) tratta dalla sua raccolta d'esordio del 1934. Poeta dal talento straordinario, a vent'anni era già capace di lasciare un segno indelebile nella poesia di tutti i tempi. Fondendo musicalità, corporeità e immaginazione sfrenata in un linguaggio unico, originale e irripetibile, Thomas oltrepassa i confini tra natura e amore, carne e spirito, vita e morte, e anche tutti gli altri.

Il testo (del quale qui propongo una mia traduzione) ha il potere ipnotico di un rituale. Il linguaggio non riflette alcuna luce esterna: la emette come fa il ferro incandescente; i simboli sono spinti e spingono al limite, tra il religioso, il meccanico e l’umano. Come sempre, Dylan Thomas non descrive: plasma, disfa, fonde: è un'officina di parole nella quale un demiurgo ai suoi ordini forgia miti moderni e inauditi come questo.

All all and all è un trittico visionario, dai toni apocalittici, una danza della materia e dello spirito sul cuore di un mondo inaridito. Inaridito, ma pieno di forza vitale. C'è un universo che pulsa sotto la placca d'oro e sotto il diamante del virtuosismo tecnico di Thomas.

Mi sono divertito a tradurre molte parti di questa poesia in modo diverso rispetto alle edizioni in commercio. Due esempi: All all and all è sempre tradotto come "tutto tutto e tutto". Ho pensato che, forse, Dylan Thomas volesse, con questa triplice ripetizione di "tutto", giocare sul triplice significato della parola inglese all:, vale a dire "tutto", "tutti", "il tutto". Questo è molto dylanthomasiano. L'ambiguità dei tanti significati è impossibile da mantenere nella traduzione in italiano. Personalmente, mi piace la forza concettuale dei tre significati esplicitati in sequenza. Anche nel secondo verso della seconda strofa, dug of the sea, the glanded morrow, ho cambiato rispetto alle traduzioni che ho potuto leggere: dug of the sea è tradotto con "mammella del mare". Però qui la pelle rappresenta una parte venuta alla luce dal mare stesso, una figlia, non una madre. Tradurre dug of the sea con “scavata dal mare” nel senso di “nata dal mare” rispetta la logica biologica dell'evoluzione, ed esprime l’origine primordiale dell’essere umano nella visione cosmica di Thomas. La scelta di “mammella del mare” è invece, a mio avviso, una bellissima licenza poetica focalizzata sull’immagine materna e sensoriale, ma inverte ingiustificatamente il rapporto madre/figlia nel flusso poetico. In prosa chiara, "scavata dal mare" si direbbe “dug from the sea”, e invece Thomas usa poeticamente “of " per lasciare aperte le diverse letture.
Ho poi scelto di tradurre il terzo verso della seconda strofa, the staked and fallow, con "terreno a riposo e impalato" perché Dylan Thomas unisce la pace del "riposo" e dell'abbandono con l’invasività del "piked". Ho cercato di rendere questo contrasto, di una terra apparentemente abbandonata e però attraversata da forze violente di controllo umano, l'invasione verticale che ferisce il suolo come la carne, con il tono doloroso e ambiguo del testo originale.

All all and all

da 18 Poems, Parton Bookshop, 1934

I.
All all and all the dry worlds lever,

stage of the ice, the solid ocean,

all from the oil, the pound of lava.

City of spring, the governed flower,

turns in the earth that turns the ashen

towns around on a wheel of fire.

 

How now my flesh, my naked fellow,

dug of the sea, the glanded morrow,

worm in the scalp, the staked and fallow.

All all and all, the corpse’s lover,

skinny as sin, the foaming marrow,

all of the flesh the dry worlds lever.

 

II.

Fear not the working world, my mortal,

fear not the flat, synthetic blood,

nor the heart in the ribbing metal.

Fear not the tread, the seeded milling,

the trigger and scythe, the bridal blade,

nor the flint in the lover’s mauling.

 

Man of my flesh, the jowbone riven,

know now the flesh’s lock and vice,
and the cage for the scythe-eyed raven.

Know, o my bone, the jointed lever,

fear not the screws that turns the voice,

and the face to the driven lover.

 

III.

All all and all the dry worlds couple,

ghost with her gost, contagious man

with the womb of his shapeless people.

All that shapes from the caul and suckle,

srtoke of mechanical flesh on mine,

square in these worlds the mortal circle.

 

Flowe, flower the people’s fusion,

o light in zenith, the coupled bud,

and the flame in the flash’s vision.

Out of the sea, the drive of oil,

socket and grave, the brassy blood,

flower, flower, all all and all.


Aggiungi commento

Commenti

Non ci sono ancora commenti.